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Dagli indiani Tarahumara del Messico il segreto per correre come “speedy gonzales”


Gli indiani Tarahumara costituiscono una popolazione di circa 50000-70000 unità di agricoltori che vivono tra le aspre montagne del territorio del Chihuaha in Messico. Questi individui sono famosi per la loro elevatissima resistenza alla corsa, infatti si dice siano in grado di correre circa 320 km in due giorni. Vengono chiamati Raramuri che significa “pianta idonea per la corsa “.

La loro agricoltura si basa principalmente sulla coltivazione del mais e dei fagioli , ma viene praticato anche l’allevamento.

La corsa è parte integrante della loro cultura e viene utilizzata per i vari spostamenti e per le comunicazioni nei territori sconfinati dove vivono, un po’ come facciamo noi ma seduti comodamente nelle nostre auto!!!

E a proposito di comodità i Tarahumara corrono quasi sempre scalzi anche se oramai ricorrono a suole ricavate da pneumatici di vecchi camion e tutto questo senza avere traumi da corsa come spesso succede nei corridori occidentali. Si pensi che i cacciatori Raramuri sono capaci di catturare un cervo senza colpirlo, solo inseguendolo finchè cade a terra stremato dalla stanchezza!

La domanda che verrebbe da porsi è: ma cosa mangiano questi fenomeni naturali da essere cosi resistenti?

I tarahumara sono stati molto spesso al centro di studi da parte di diversi scienziati per capire da dove provenisse la loro forza di resistenza e anche se inizialmente si era pensato a fattori genetici, dopo tante prove scientifiche, i medici sono giunti alla conclusione che la loro resistenza si basa sul condizionamento del territorio, quasi un adattamento alle condizioni di queste montagne che non permettono spostamenti con mezzi.

Dal punto di vista alimentare sono state condotte delle indagini analizzando la dieta di circa 523 individui compresi dei bambini. I risultati più sorprendenti sono stati i valori estremamente bassi di colesterolo totale, di pressione sanguigna, di spessore delle pieghe cutanee e di un bassissimo apporto di grassi nelle loro diete.

La loro dieta ,infatti, è costituita principalmente da un 12% di grassi di cui il 2% di grassi saturi e il 5% di grassi polinsaturi, con un introito di colesterolo giornaliero di circa 71-100 mg/die , contro un apporto di500-700 mg /die nella dieta americana . L’assunzione di carboidrati comprende il 75-80% delle calorie totali ricavato soprattutto dall’amido contenuto nel mais, mentre solo il 6% delle calorie totali sono state ricavate da zuccheri semplici; il consumo di sale è moderatamente basso e va da 5 a 8 g al giorno, cosi come le dosi di calcio, ferro, vitamina A, vitamina C, vitamine B1-B6-B2 che superano o comunque corrispondono alle dosi raccomandate dalla FAO/OMS.

Tutto questo senza integrazioni particolari, e con il semplice consumo di mais e fagioli arrivano a consumare il 96% delle proteine necessarie al fabbisogno e soprattutto degli aminoacidi essenziali.

Vorrei mettere sotto una lente di ingrandimento i due alimenti “ principi “, il mais e i fagioli , per vedere la loro composizione nutrizionale:

Il Mais è composto, principalmente, da glucidi e fibre ma anche da vitamine del gruppoB , magnesio e fosforo e una buona quantità di antiossidanti come la luteina zeaxantina. Il granoturco è in grado di fornire buone quantità di aminoacidi come acido glutammico e leucina .

I Fagioli hanno una composizione nutrizionale davvero importante; sono alimenti ricchi di proteine, sprovvisti di grassi e contribuiscono alla prevenzione di malattie cardiovascolari. I fagioli sono ricchi di fibre, ferro, magnesio, vitamine del gruppo B oltre che essere una ottima fonte di potassio, fosforo e calcio.

Proprio per la semplicità della loro dieta, rimane comunque un mistero irrisolto di come la capacità umana riesca a raggiungere livelli cosi estremi di resistenza alla fatica, e suscita un fascino incredibile il fatto che un popolo con una cultura cosi distante dalla nostra, cosi primitiva riesca ad “ utilizzare “ i loro corpi senza l’utilizzo di particolari soluzioni tecnologiche sia dal punto di vista alimentare che all’utilizzo di materiali sofisticati per attutire i traumi della corsa in zone come quelle delle aspre montagne della Sierra Madre dove vivono.

Questi indiani con le ali ai piedi, a differenza dei più grandi maratoneti, nelle loro rudimentali borracce hanno solo acqua e succo di mais. In un articolo sul Corriere della Sera del 2002 si legge che, nel ’93, Fischer iscrisse alcuni di questi indios al Leadville Trail in Colorado, una corsa di 165 km ad una altezza tra i 3500 e 4300 metri; ebbene i primi tre classificati furono proprio i Raramuri e, in particolare, il primo vinse una cintura con la fibbia in argento e oro che vendette per comprarsi delle capre! Ora Fischer raccoglie fondi per la loro sussistenza .

Forse la loro perfezione e naturalezza nella corsa è da ricercare semplicemente nel loro adattamento al terreno e al fatto che in quei luoghi i mezzi comuni fanno fatica a circolare, quindi l’unico sistema per spostarsi e per la loro sopravvivenza sono i loro piedi, piedi volanti!

Di D.ssa Emanuela Cedrino – Farmacista e Consulente in nutrizione umana e alimentazione applicata allo Sport e Fitness

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.